Fratture malleolari
LA CAVIGLIA
La caviglia è costituita dalla tibia, dal perone e dall’astragalo. Le porzioni più terminali o distali delle prime due ossa si chiama malleolo: rispettivamente malleolo tibiale e malleolo peroneale. Anche la porzione più posteriore dell’estremità della tibia si chiama malleolo o meglio terzo malleolo (Figura 1).
LE FRATTURE
La causa più frequente di frattura in questa sede è un grave trauma distorsivo, molto più raramente anche un trauma diretto può causare la frattura di un malleolo. A seconda dell’entità del trauma e del meccanismo traumatico può verificarsi la frattura:
- di un singolo malleolo (Figura 2);
- di due malleoli;
- di tutti e tre contemporaneamente (in questo caso spesso si associa anche la lussazione dell’articolazione).
LA DIAGNOSI
La frattura di uno o più dei tre malleoli si manifesta solitamente con:
- forte dolore alla caviglia;
- difficoltà nella deambulazione;
- notevole tumefazione;
- talvolta evidente deformità dell’articolazione (come nel caso di una lussazione della caviglia che richiede un trattamento d’urgenza).
La diagnosi si basa su:
- l’esame clinico, fondamentale per escludere la presenza di deficit vascolo-nervosi;
- un esame radiografico standard, ma di rado può essere necessario eseguire una TC o una risonanza magnetica.
IL TRATTAMENTO
Il trattamento varia a seconda del numero e sede dei malleoli e/o legamenti coinvolti. In generale comunque può essere di tipo:
- conservativo (con l’applica-zione di un gesso o di un tutore) (Figura 3);
- chirurgico (viene di norma eseguito entro le prime 24-48 ore dal trauma, ma talvolta può essere necessario procrastinarlo anche di parecchi giorni a causa della imponente tumefazione locale che potrebbe compromettere la guarigione della ferita).
L’intervento si basa essenzialmente sulla riduzione della frattura e sulla sua stabilizzazione con dei mezzi di sintesi (placche, viti, chiodi) (Figura 4). A seconda del tipo di frattura e del mezzo di sintesi utilizzato, alla fine dell’intervento viene applicato un gesso o un tutore o una semplice fasciatura. Indipendentemente dal tipo di trattamento, la guarigione avviene di norma in 6-8 settimane: il carico sulla caviglia fratturata non è di solito concesso prima dei 3-4 settimane (il trattamento chirurgico serve solamente ad ottenere una migliore riduzione della frattura ed una sua migliore stabilizzazione e non ad accelerare i tempi di guarigione).
È bene ricordare tuttavia che le fratture malleolari sono delle fratture articolari (ovvero viene coinvolta la superficie articolare) e pertanto, per quanto tempestivo e corretto possa essere il trattamento, lasciano spesso degli esiti (essenzialmente limitazione funzionale ed artrosi post-traumatica) tanto più importanti quanto più sarà stato il coinvolgimento della cartilagine articolare (come nel caso delle lussazioni).
LA RIABILITAZIONE
Dopo la rimozione del gesso è quasi sempre consigliabile sottoporsi ad un protocollo riabilitativo per:
- il recupero dell’articolarità della caviglia;
- la riduzione della tumefazione del piede;
- il rinforzo muscolare;
- il recupero della funzionalità in genere del piede.
La stretta osservanza delle indicazioni da parte del paziente è fondamentale per ridurre il rischio di complicanze e per ottenere un più rapido recupero dall’infortunio subìto.
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