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Ginocchio del saltatore JUMPER'S KNEE

INQUADRAMENTO

Con il termine di “ginocchio del saltatore” (o Jumper’s knee) si intende una sindrome clinica che colpisce con una certa frequenza atleti che praticano un’attività sportiva caratterizzata da frequenti salti (pallavolo, pallacanestro, saltatori) o che determinano una eccessiva sollecitazione dell’apparato estensore del ginocchio (sollevamento pesi). In realtà possono essere spesso colpiti da questa patologia anche soggetti non sportivi: in questi casi è frequente il riscontro di una ipotrofia muscolare del quadricipite ed in particolare del vasto mediale obliquo (VMO), o alterazioni dell’allineamento dell’apparato estensore del ginocchio.

LA MALATTIA

Si tratta di una infiammazione del tendine (tendinite) che può verificarsi a tre livelli: apice della rotula (70% dei casi), base della rotula sul tendine quadricipitale (20% dei casi) ed infine sulla tuberosità tibiale (10% dei casi) (Figura 1). Fattori predisponenti l’insorgenza del ginocchio del saltatore sono, specie negli sportivi, i notevoli carichi di lavoro specie se ripetuti molte volte, la superficie di gioco, i microtraumi ripetuti, ecc.

I SINTOMI

Il primo e principale sintomo di questa patologia è il dolore localizzato in una delle tre sedi sopraelencate. Il dolore spesso compare dopo l’attività sportiva, dopo prolungata stazione seduta a ginocchia flesse (automobile, cinema) o salendo e scendendo le scale. Solamente in fase acuta può comparire un certo grado di tumefazione in corrispondenza della zona di maggior dolore. Infine, in fase avanzata, può evidenziarsi una vera e propria zoppiaantalgica.

LA DIAGNOSI

Per una corretta diagnosi è spesso sufficiente l’anamnesi ed un accurato esame clinico. Solo in alcuni casi possono essere necessari accertamenti come l’ecografia, le radiografie e, raramente, la Risonanza Magnetica.

LA TERAPIA

Il trattamento del ginocchio del saltatore, a qualunque livello si verifichi, si basa principalmente su quattro fattori:

  • RIPOSO: evitare salti, scale, sforzi eccessivi in flesso-estensione;
  • GHIACCIO: deve essere applicato per 15′-20′ tre o quattro volte al dì;
  • STRETCHING dei muscoli flessori del ginocchio;
  • RINFORZO MUSCOLARE del quadricipite (ginnastica isometrica a ginocchio esteso) ed in particolare del VMO (flesso-estensione del ginocchio negli ultimi 30° di estensione).


A volte può essere necessario ricorrere all’utilizzo di:

  • farmaci anti-infiammatori per via sistemica (essendo il tessuto tendineo poco vascolarizzato questi farmaci giungono in misura molto ridotta lì dove c’è l’infiammazione ma agiscono prevalentemente come antidolorifici), locale (il loro reale effetto però è difficilmente quantificabile e prevedibile) o infiltrazioni locali (raramente);
  • terapia fisica locale (ultrasuoni, laserterapia, ionoforesi, ipertermia).


Solamente in rari casi può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico per il trattamento di questa patologia. Bisogna notare che per ottenere la guarigione possono essere necessari anche alcuni mesi durante i quali è fondamentale la collaborazione del paziente che deve eseguire regolarmente e con costanza gli esercizi.

ESERCIZI

I seguenti esercizi sono consigliati sia per la cura del ginocchio del saltatore che per la prevenzione negli sport a rischio:

  • Stretching dei flessori del ginocchio: afferrare con la mano del lato affetto il piede (o la caviglia se non è possibile raggiungere il piede) e con l’altra mano schiacciare il ginocchio sul letto, flettere il tronco in avanti. Mantenere la posizione per 10 sec., riposo per 10 sec. per almeno 10 min tre volte al dì (Figura 2).
  • Ginnastica isometrica a ginocchio esteso: Paziente supino, ginocchio sano flesso a 90°: sollevare lentamente l’arto affetto fino a livello di quello sano, mantenere la posizione per 5 sec., ritornare lentamente alla posizione di partenza. Eseguire 3 serie da 8 ripetizioni tre volte al dì (Figura 3).
  • Ginnastica isotonica (ultimi 30° dell’estensione): dalla posizione a 30° di flessione del ginocchio portarlo molto lentamente alla massima estensione, mantenere la posizione per 6-8 sec, poi ritornare lentamente alla posizione di partenza. Ripetere l’esercizio dopo almeno 5 sec di pausa. Eseguire tre serie da 8 ripetizioni due-tre volte al dì. (questo esercizio deve essere eseguito inizialmente senza carico e poi contro modesta resistenza: 5-7 Kg) (Figura 4).

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STUDIO MEDICO

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Federico Morelli - MioDottore.it